Quarto Centenario
A questo punto, riandando a rivedere come siano stati ricordati nel tempo i centenari delle apparizioni, è necessario che diciamo brevemente di come è stato ricordato il quarto centenario delle apparizioni della Madonna a Cussanio nel 1921.
Il primo atto celebrativo fu, per la verità, piuttosto singolare e non consueto e consistette nella pubblicazione di una nuova “storia” del santuario, stesa a richiesta del vescovo mons. Travaini dal can. teol. Antonio Lamberti che quel suo lavoro lo presenta così: “In ossequio ai vivi desideri di S. E. il nostro Veneratissimo Monsignor Vescovo, il quale non voleva che nella ricorrenza delle solenni Feste Centenarie avesse a mancare un libriccino sulla Madonna di Cussanio, posi affrettatamente mano a riordinare la operetta del Can. Giaccardi, da vari anni completamente esaurita. Valendomi di manoscritti conservati in Curia e nell’Archivio del Santuario, cercai ritoccare e continuare fino ad oggi i cenni storici, …. Di mio non c’è altro che il desiderio di porgere un tenue contributo alle solenni feste centenarie di Maria SS., e la sicurezza di compiere cosa grata ai miei Superiori.”
Lo stesso opuscolo (non può dirsi un vero e proprio libro in quanto più della metà delle sue 125 pagine sono riservate a “pratiche di pietà” mariane) conclude con un epilogo di poco più di due paginette in cui si accenna a quelli che saranno i “nuovi trionfi” a cui si avvia il santuario.
Per recuperare notizie sulle celebrazioni bisogna affidarsi alle pagine del giornale “La Fedeltà” di quel tempo oppure su quelle della seconda edizione del libro del Lamberti del 1932.
In entrambi i casi la cronaca dei tre giorni di festeggiamenti sono piuttosto ampollose, secondo lo stile del tempo, ma se ne possono comunque ricavare gli elementi essenziali leggendo il programma dei festeggiamenti stessi.
Inoltre, per quanto riguarda il giornale, il resoconto, apparso sul numero in vendita l’11 maggio, è quanto mai sintetico anche se interessante. Il settimanale diocesano usciva in un formato che era poco più grande di quello attuale ma contava due sole pagine; normale quindi che tutte le notizie fossero ridotte all’osso.
Vediamo allora come si può ricostruire la cronaca di quei festeggiamenti che si svolsero dall’8 al 10 di maggio.
Mons. Travaini, giunto da poco in diocesi, già aveva anticipato con una sua lettera circolare intitolata “La festa della Madre”, scritta certamente a fine gennaio primi di febbraio del 1921 (in quanto “La Fedeltà” ne parla nel suo numero in edicola il 9 febbraio riportandone anche qualche stralcio) la sua intenzione di celebrare il centenario e, appena abbozzato il programma dei festeggiamenti, aveva ritenuto di recarsi a Roma per informarne il Papa Benedetto XV.
Il Papa era stato a Cussanio in gioventù e così ne scrive il Lamberti che poi riporta una parte della lettera papale: “Ricordando con evidente compiacenza il nostro Santuario ch’Egli aveva visitato nei suoi anni giovanili – forse mentre trovavasi presso i congiunti materni nella vicina Savigliano – soggiungeva marcando le parole”. Conosciamo quei luoghi che abbiamo visitati nei nostri anni giovanili; ricordiamo il Santuario della Madonna Madre della Divina Provvidenza testimonio della fede e della pietà dei buoni fossanesi; benediciamo alle grandiose feste centenarie che andate preparando, facendo voti che riescano di gloria a Dio, di onore alla Madonna e di vantaggio alle anime: Manderemo Noi pure il nostro dono per la festa della Madre … “E mantenne la parola”. Come lo fece dirò più avanti.
I tre giorni di festa (che poi in realtà furono praticamente cinque) ebbero ognuno una particolare celebrazione. Cominciando il giorno 8 (che, come si sa, è commemorativo della prima apparizione della Vergine a Cussanio), quando si svolse una grandiosa e solenne processione da Fossano a Cussanio conclusa con la nuova incoronazione dell’immagine della Madonna presente sulla tela del Claret.
Come consuetudine in quel tempo si cominciò presto il mattino; per le sette il Duomo a Fossano era stipato e mons. Andrea Masera celebrò la Messa e tenne un’ampia prolusione sul significato della celebrazione centenaria.
Quindi alle otto si snodò la processione che raggiunse il santuario e lo sfilamento si protrasse fino alle dieci, tanta era la folla accorsa all’invito del vescovo Travaini. A lui facevano corona altri sette vescovi e, leggiamo sulla cronaca del giornale, quando l’ultimo gruppo dei pellegrini raggiunse il piazzale del santuario, il card. Richelmy arcivescovo di Torino, in auto, era ormai all’altezza della “cappelletta” posta sulla strada di Cussanio che ancora possiamo vedere oggi e, pochi minuti dopo raggiungeva il santuario accolto con grande entusiasmo come pure il delegato pontificio mons. Bernardo Marenco, che invece con gli altri era giunto a piedi.
Gli altri vescovi presenti erano mons. Signori / predecessore di Travaini e primo successore di Manacorda e allora vescovo di Alessandria ma dal novembre 1921 arcivescovo a Genova), mons. Masera (già vicario generale di Manacorda), mons. Filippo Perlo (fossanese, superiore generale dei missionari della Consolata, reduce dal Kenia), mons. Giovan Battista Ressia (vescovo di Mondovì ed amico di Manacorda), mons. Giuseppe Castelli, (vescovo di Cuneo) e altri due vescovi di cui non sono riuscito a ritrovare i nomi.
Fu il cardinale Richelmy a procedere con la cerimonia della incoronazione che avvenne verso le dieci del mattino sul terrazzo del santuario mentre successivamente sempre sul terrazzo mons. Filippo Perlo celebrò ancora la messa.
Il giorno 9 maggio si cominciò molto presto: alle sette in forma privata la salma di mons. Manacorda (che dal 1909 riposava nella tomba della famiglia Gamba) venne prelevata e, accompagnata dai vescovi Signori e Travaini suoi successori, raggiunse il duomo. Qui mons. Signori, assistito da alcuni vescovi, celebrò alle dieci del mattino un solenne funerale di suffragio e mons. Masera commemorò il vescovo con una rievocazione simpatica e commovente. Nel pomeriggio, alle quindici, un corteo impressionante di popolo religiosi e autorità civili e militari mosse dalla cattedrale verso Cussanio. Qui, sul piazzale, mons. Ressia tenne una commemorazione del vescovo e dell’amico e poi la salma venne chiusa nel nuovo sepolcro in attesa di una più consona sistemazione del sarcofago quale anche attualmente si vede.
Il terzo giorno delle celebrazioni ufficiali fu il 10 maggio quando, come scrive il Lamberti, “i fanciulli e le fanciulle degli asili delle scuole elementari, degli istituti di educazione, e degli oratori festivi di Fossano e delle parrocchie limitrofe, recanti in mano gigli e rose, erano accorsi al santuario” dove ad attenderli era il Vescovo Travaini il quale celebrò la loro consacrazione alla Madonna.
In sostanza una intera giornata dedicata all’infanzia per avvicinarla ancora di più nella devozione alla Vergine di Cussanio.
Ma se ufficialmente quel giorno si concludevano le celebrazioni, quelle in realtà continuarono ancora per due giorni. Infatti l’11 maggio ricorreva la commemorazione della seconda apparizione e le celebrazioni furono quelle tradizionali, grandiose e solenni come succedeva soprattutto in passato e folle di pellegrini giunsero ancora a Cussanio. La stessa cosa successe il giorno 12 maggio quando, sia a Fossano in cattedrale che a Cussanio in santuario, furono celebrate funzioni in suffragio di tutti i devoti della Madonna di Cussanio ormai deceduti, con un particolare riferimento ai caduti nella recente prima grande guerra mondiale al quali, pochi anni dopo nel 1927, proprio a Cussanio sarà dedicato il grande “parco della rimembranza”.
Così fu celebrato il quarto centenario delle apparizioni a Cussanio.